Il castagno europeo (Castanea sativa Miller), in Italia più comunemente chiamato castagno, è un albero a foglie caduche appartenente alla famiglia delle Fagaceae. Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell’Europa meridionale, in quanto ha riscosso, fin dall’antichità, l’interesse dell’uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all’interesse intrinseco sotto l’aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata per la produzione del legname e del frutto. Quest’ultimo, in passato, ha rappresentato un’importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e, nelle zone più fresche prealpine, d’alta collina, in quanto le castagne erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina.
Il legno di castagno è caratterizzato dalla formazione precoce del durame, perciò presenta un alburno sottile. Il durame è bruno, mentre l’alburno è grigio chiaro. Strutturalmente è un legno eteroxilo con porosità anulare e tende a sfaldarsi in corrispondenza degli anelli.
Fra i suoi pregi si citano la durevolezza e la resistenza all’umidità, perciò si presta per l’impiego come legno strutturale; la facilità di lavorazione lo rendono adatto ad essere impiegato per la realizzazione di vari manufatti. È un legno semiduro, adatto secondariamente anche per lavori di ebanisteria.
La precocità di formazione del durame rende inoltre possibile l’attuazione di turni di ceduazione relativamente brevi, naturalmente in funzione del tipo di assortimento mercantile richiesto. La densità è dell’ordine di 1 t/m³ nel legno fresco e di 0,58 t/m³ per quello stagionato.
Il legno lavorato presenta tonalità variabili dal giallo al rossastro, venature sottili e una spiccata nodosità. Per le sue caratteristiche tecnologiche, il castagno è stato tradizionalmente usato per molteplici impieghi e la realizzazione di travi, pali, infissi, doghe per botti, cesti e mobili, oltre alla estrazione del tannino.
S.I.B.I. Legnami, il piacere del legno